venerdì 28 agosto 2009

il libro del mdp,leggi il primo capitolo...

Il Mondo di Patty, il libro: leggi il primo capitolo
Il Mondo di Patty non è solo televisione e cd. Ora è anche un libro! Edito da Sperling e Kupfer è uscito in libreria “Il Mondo di Patty - La storia più bella”, libro che racconta le avventure di Patty e del suo mondo.
TUTTO è cominciato quando il medico ha detto che avevoun problema ai reni e che dovevo andare a farmi curarea Buenos Aires, in una clinica pediatrica diretta da undottore bravissimo.
La mattina della partenza avevo il mio cagnolino inbraccio ed ero in piedi davanti alla porta quando è arrivatala mamma che mi ha detto: «Non ci pensare neanche,sono troppe ore di treno, non possiamo portarlo con noi».
«No, dai, mamma…» ho provato a supplicarla. «Ti prego!Ti prego! Ti prego!»
«È inutile che mi preghi. Ti ho detto che non possiamo.»
Non pensiate che mia mamma sia cattiva, è solo che sipreoccupa sempre un po’ troppo per me. Credo sia perchéper lei è stato difficile crescermi da sola, senza un papà, eio, devo ammetterlo, ho un po’ la tendenza a cacciarminei guai.
Avrei tanto voluto obbedirle, e lasciare Matías a casa,ma proprio non potevo. Per questo, appena la mamma èsalita a prendere le valigie, l’ho infilato in una borsa e gliho sussurrato: «Mati, ascolta: promettimi solennementeche non ti muoverai da questa borsa, perché se mamma siaccorge di te mi uccide. Sono guai, capito?»
- seconda parte -
Avevo appena finito di nasconderlo quando ho sentitosuonare il clacson. La mamma è scesa di corsa, siamo uscitee siamo salite sul vecchio pick-up arrugginito del signorLuís, che si era offerto di accompagnarci alla stazione.
Le persone sono molto gentili, nelle piccole città. ABuenos Aires sarebbe stato lo stesso? Avevo paura di no.
L’Argentina è un Paese molto grande, e da Barilocheper arrivare nella capitale abbiamo dovuto viaggiare tuttala notte. Io sono rimasta sveglia nella mia cuccetta, adaspettare che la mamma si addormentasse: dovevo dareda bere e da mangiare a Mati e tirarlo fuori dalla borsa.Poverino.
Appena ho visto che la mamma dormiva, sono corsain bagno e mi sono chiusa dentro. Ho tirato fuori dalla tascaun bel pezzo di panino, che Mati ha divorato in unboccone.
Quando siamo arrivate alla stazione di Buenos Aires esiamo scese dal treno ero così emozionata che quasi svenivo.
Non avevo mai sentito così tanto rumore in vita mia:migliaia di persone che camminavano velocissime, c’eranomacchine, autobus, palazzi altissimi e strade larghe comefiumi.
Il taxi ci ha lasciate davanti alla clinica, dove siamoentrate e ci siamo sedute ad aspettare che ci chiamasseroper vedere le analisi. Io ero un po’ agitata, non tanto pergli esami – la mamma mi aveva assicurato che sarebbe andatotutto bene, e io di lei mi fido – ma per Matías, chenon ero ancora riuscita a far uscire dalla borsa. Finalmenteè arrivata un’infermiera. «Castro», ha chiamato.
La mamma è saltata in piedi come una molla. «Sì. Andiamo,Patty.»
«Il dottore vorrebbe parlare solo con lei», ha precisatol’infermiera.
La mamma allora si è girata verso di me e, un po’ titubante,si è raccomandata: «Tu resta qui, Patty, mentre ioparlo con il dottore».
Avevo un pochino paura, a rimanere da sola in quelposto che non conoscevo, ma almeno avrei potuto liberareMatías.
«Va bene, mamma.»
- terza parte -
Ma lei non era ancora tranquilla. Si è chinata verso dime e ha aggiunto: «Rimani qui, non muoverti e non combinareguai. Te lo chiedo per favore». Poi se ne è andatacon l’infermiera.
Appena è sparita dietro l’angolo del corridoio, hoaperto la borsa e ho tirato fuori il mio cagnolino. Nonl’avessi mai fatto! Quello ne ha approfittato subito perscappare e mettersi a correre come un matto. Io sono saltatain piedi e gli sono corsa dietro. C’era un mucchio digente e io, per non perdere di vista Matías, dovevo spingeretutti e comportarmi come una maleducata. «Scusi,scusi tanto», gridavo. Credo di aver fatto cadere qualcuno,e anche di aver rovesciato un paio di carrelli con dellesiringhe e non so cos’altro.
In fondo all’atrio Matías ha trovato la porta, è sgattaiolatosotto le gambe di una signora e si è precipitato fuori,giù dalle scale e in strada. E io sempre dietro. Ero terrorizzata.«Matías! Matías!» chiamavo.
Oddio, ero sicura che si sarebbe fatto investire.
Un autobus lo ha schivato per un pelo e quasi è venutoaddosso a me, ma in quel momento è arrivata una macchinaa tutta velocità, io sono saltata sul marciapiede emi sono messa le mani davanti agli occhi per non vedere.
In quel momento ho sentito un terribile rumore di freni,ho lanciato un urlo e sono scoppiata a piangere.
Dopo qualche secondo, la voce di un uomo mi hachiesto: «È tuo il cagnolino?»
Non osavo togliermi le mani dagli occhi. «Cosa gli èsuccesso? È morto?» ho singhiozzato.
«No, tranquilla, è tutto a posto. Sta bene.»
Non riuscivo a crederci, e neanche a smettere di piangere.«Davvero?»
«Sì, davvero. Guardalo», mi ha risposto l’uomo. Avevauna voce molto dolce, gentile.
Lentamente ho abbassato le mani e ho visto questo signorecon il mio bassottino in braccio. Era vero: stava bene.continua…

3 commenti:

  1. BLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX ...IL MONDO DI PATTYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY.....GUIDO 6 STUPE...THE BESTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT 4E........THE ONLY 1...............................................THE SPECIALLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL 1!!!!!!!!!!!!!!!!!TATTTTTTTTTT TADBXS

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  2. bellissimo pero tu guido tate4 non ti allungare molto ,calmati

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